Di e con Giovanni Carroni
Musiche dal vivo
Liberamente ispirato ad opere di Sergio Atzeni
È Sergio Atzeni è da annoverare tra gli scrittori “affabulatori”, tra i raccontatori di storie, con la passione per il paradosso e la provocazione, con lo sguardo ironico di chi ha vissuto l’euforia e il disincanto delle scelte controcorrente.
Sergio Atzeni attinge, come nella maggior parte dei racconti, a spunti vagamente autobiografici, o che si compiace di far credere tali, e io ci credo. Materiali magmatici, fatti di ricordi, letture, riflessioni, osservazioni della realtà cruda e poetica, che spingono dall’interno e che attraverso il racconto cominciano a prendere il “volo”, a farsi narrazione più ampia e complessa. Atzeni si fa personaggio del mondo che racconta, e in una progressione visionaria chiama l'umanità perduta della sua Cagliari e del mondo intero a tornare attraverso i racconti
Nelle sue narrazioni sono sempre i più fragili che diventano protagonisti: i perdenti, gli emarginati, i malati, i reietti…
La scelta dei brani è stata fatta sulla base dei “piaceri del testo”, tenendo conto in particolare dei materiali riferiti alla sua Cagliari, colorita e dinamica, informe e magmatica. Adattando, a tratti, la narrazione alla varietà sarda del campidanese o logudorese, come a lui piaceva intrecciare. Atzeni
Uno spettacolo che vuole raccontare la vita privata del personaggio Sergio Atzeni, partendo dal suo libro autobiografico più denso di emozioni: “Il quinto passo è l’addio” e da alcuni racconti della sua “città bianca”; un teatro della memoria dentro una sorta di tragico varietà atzeniano.